martedì 22 maggio 2007

Resident Evil


Non c'è nulla che trovi più inquietante dei negozi che, di notte, mantengono la luce accesa, illuminando uno spazio privo di persone, come se queste fossero sparite misteriosamente. Inquietante è vagare per la città all'alba che segue una notte di festeggiamenti cittadini; le tracce lasciate da chi ha vissuto la notte a testimoniare la vita che ha affollato quelle strade,ora vuote e permeate da un silenzio assoluto.
E' questo che mi affascina in RE; una dimensione reale dove la vita si svolgeva normalmente e che è precipitata in un incubo. Anche i laboratori dell' Umbrella sono luoghi dove c'era gente che viveva le sue ore di lavoro. Aggiungiamoci il tema realistico di una major che fa il buono e il cattivo tempo. Le major giocano con le nostre vite per un proprio profitto e non è da escludere che i temi di RE possano verificarsi... L'horror metafisico resta distante dalla realtà. RE è molto vicino alla realtà... Quando scopri che le industrie farmaceutiche riducono il dosaggio di un farmaco per vendere venti scatole di pillole per una cura, mentre con un giusto dosaggio ne basterebbe una. O quando senti parlare di armi di distruzione di massa realizzate e testate... ma a spese di chi? Quando fatti simili si verificano di già nella nostra realtà, un gioco come RE non può che affascinarmi, perché è specchio di una società precaria a causa di giochi di potere. E ti ritrovi in un luogo diventato sinistro a causa di qualcosa che non conosci; sia che impersoni un agente addestrato, sia che impersoni un cittadino in fuga. Devi cercare tracce che ti facciano capire cosa è accaduto, non puoi sopravvivere brancolando nell'ignoto. Per fermare chi ha causato tutto questo devi soprattutto sopravvivere.







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