sabato 26 maggio 2007

Euridice

Ricorda il tuo volto
e le tue mani
volte all'indietro,
là dove hai guardato.

Libera il canto a vibrare
nell'ombrata regione
delle anime morte.

Tra la memoria
e i teschi ammucchiati
legami di ragnatele.

Adesso risorgi pure dal buio,
ma da solo...
L' Ade chiude le sue porte
esiliando la dolorante eco
della tua voce.

Non più i miei capelli
tra le tue dita,
ma le corde della tua Lira.

Non più le mie labbra
a scaldare il tuo viso,
ma le tue lacrime.

Perdono...
Ti chiedo perdono
se ho visto, se parlo...
Perdonami
se mi ha perduto per sempre.

Incido l'iniziale del tuo nome;
un cerchio può contenere
l'oscurità di cui mi vestirò.







Francesco Gambino








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