Ho già sottolineato precedentemente come in molti fumetti mostrare un corpo integralmente nudo venga considerato più disdicevole di mostrarne uno straziato con le viscere sparse sul pavimento, e ho anche messo in evidenza come certi tabù sul sesso siano divenuti regole di uno stile grafico che si è imposto anche in fumetti dichiaratamente erotici, come quelli degli anni ’70. Adesso è giunto il momento di mettere ulteriori puntini sulle “i” e svelare le differenze sostanziali che intercorrono tra il modo di rappresentare il corpo maschile e quello di rappresentare il corpo femminile. Laddove nei fumetti di tutte le nazionalità corpi esplosivi di donne giunoniche e prosperose fanno bella mostra di sé e ammiccano sensuali, senza lasciare spazio all’immaginazione, i corpi maschili risultano essere vittime di censure e compromessi artistici. Spesso i personaggi maschili vengono rappresentati buffi e impacciati, così da risultare simpatici e rassicuranti, o duri e possenti, per far si che il lettore maschio si identifichi con essi; in entrambi i casi ciò che viene negato a queste figure è l’aspetto erotico o sensuale, come se questo aspetto dovesse essere esclusivamente una prerogativa femminile. Anche quando viene fasciato in tute aderenti, che ne sottolineano la muscolatura scultorea, il corpo maschile viene raffigurato come strumento di forza e belligeranza, e soprattutto in questo caso non è raro vedere come le curve femminili vengano accentuate, mentre “certe zone” dell’anatomia maschile vengono appiattite o celate da ombre. Quindi mi è venuta l’idea di creare una serie di post nei quali mettere in evidenza quei casi in cui il corpo maschile viene rappresentato con maggiore libertà.
Amazing Spiderman - 158 - del Luglio 1976 - di Len Wein e Ross Andru
Dylan Dog - 9 -"Alfa e Omega" del Giugno 1987- di Tiziano Sclavi e Corrado Roi
La Spada di Cristallo (L'Epee de Crystal) - del giugno/luglio 1994 - di Goupil e Crisse
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