giovedì 14 giugno 2007

Silent Hill

C'è una città deserta, immersa nella nebbia, dove si aggirano ombre che osservano, giudicano e condannano. Ombre come fantasmi di un passato che vuole riscatto, o come riflessi di paure senza nome seppellite nell’inconscio. Cenere dal cielo, come un inquietante velo di pietà, occulta storie di dolore, violenza, terrore e crimini indicibili. Un luogo dove tra carnefici, vittime e spettatori ignari, i ruoli si confondono in un vortice di paura, sofferenza e disperazione.
Un viaggio i
n una mente in bilico tra il sogno e l'incubo. Un viaggio nell'inconscio dove ancestrali paure prendono forma, perseguitano, divengono letali. Un viaggio con gli occhi fissi in un abisso, che respinge e, al tempo stesso, attrae. Un abisso che nasce da quella zona remota della propria anima, dalla quale distogliamo l'attenzione perchè ci fa orrore. Un Paese delle meraviglie avvelenato dall'odio che ci ha nutriti, dal rancore che ci ha cullati, dalla paura che ci ha viziati. Vagare nel limbo, sino al calare dell’oscurità... Obbligati a vedere; obbligati a scoprire; obbligati a capire.
Il filo sottile della ragion
e si spezza e la coscienza precipita nella follia. Ogni pulsione, ogni desiderio, ogni sentimento si deforma dando vita ad immagini di disperato dolore.
Benvenuti nelle
destabilizzanti visioni morbose che nascono dal terrore del sangue e dal martirio della carne.
Benvenuti in questa città che
è in ogni luogo e in nessuno; radicata nel lato oscuro dell’anima di ciascuno di noi.
Sperduti nella nebbia…e soli.

Benvenuti a Silent Hill.









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