lunedì 25 giugno 2007
Kate Bush
Poche donne nella storia del rock sono riuscite a unire tante qualità artistiche come Kate Bush. Compositrice, autrice, interprete, produttrice, arrangiatrice, polistrumentista (pianoforte, Fairlight, violino, basso, chitarra, drum-machine), ballerina, coreografa, regista. La sua voce, capace di ben quattro ottave di estensione, evoca le fiabe gotiche e il folk celtico, il misticismo medievale e gli incantesimi delle streghe, i riti tribali e il pop più etereo.
Con il suo stile singolare, Kate Bush ha influenzato la musica di molti altri artisti, anche abbastanza diversi, come Tori Amos, Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, Bjork, Fiona Apple, Sinéad O’Connor, The Cure, Placebo, e molti altri. Il punk rocker iconoclasta John Lydon (Johnny Rotten dei Sex Pistols) ha dichiarato che il suo lavoro è "fottutamente brillante" e l'ha definita "un'originale vera".
"Prima di frequentare la scuola, prima di imparare a leggere, cantavo i 'traditional' irlandesi e inglesi. Credo che la musica abbia catturato la mia anima ancor prima che l'educazione neppure mi sfiorasse.".
La passione per la danza e per l'esoterismo (pare che ancora si diletti nell'arte dei "tarocchi") si uniscono in Kate Bush a un universo musicale variegato. Anche nei suoi primi lavori dove il piano era lo strumento primario, Kate Bush ha raccolto influenze diverse, fondendo musica classica, rock e un'ampia gamma di suoni etnici e folk per produrre un unico amalgama emozionante, ininterrotto in tutta la sua carriera. Più di un critico ha usato il termine "surreale" per descrivere la sua musica, e molte delle sue canzoni hanno una emozionalità melodrammatica ed un surrealismo musicale che sfugge a facili categorizzazioni. È stato osservato che anche il più gioioso dei pezzi è spesso tinto da tracce di malinconia, ed anche il più rattristante ha elementi di struggente ed unica vitalità che si oppongono agli aspetti più oppressivi. L'uso non apologetico della voce, come strumento che porti un'ampia gamma di sensazioni emotive è uno dei suoi tratti distintivi.
mercoledì 20 giugno 2007
Sviluppo di un progetto...
giovedì 14 giugno 2007
Silent Hill
C'è una città deserta, immersa nella nebbia, dove si aggirano ombre che osservano, giudicano e condannano. Ombre come fantasmi di un passato che vuole riscatto, o come riflessi di paure senza nome seppellite nell’inconscio. Cenere dal cielo, come un inquietante velo di pietà, occulta storie di dolore, violenza, terrore e crimini indicibili. Un luogo dove tra carnefici, vittime e spettatori ignari, i ruoli si confondono in un vortice di paura, sofferenza e disperazione.
Un viaggio in una mente in bilico tra il sogno e l'incubo. Un viaggio nell'inconscio dove ancestrali paure prendono forma, perseguitano, divengono letali. Un viaggio con gli occhi fissi in un abisso, che respinge e, al tempo stesso, attrae. Un abisso che nasce da quella zona remota della propria anima, dalla quale distogliamo l'attenzione perchè ci fa orrore. Un Paese delle meraviglie avvelenato dall'odio che ci ha nutriti, dal rancore che ci ha cullati, dalla paura che ci ha viziati. Vagare nel limbo, sino al calare dell’oscurità... Obbligati a vedere; obbligati a scoprire; obbligati a capire.
Il filo sottile della ragione si spezza e la coscienza precipita nella follia. Ogni pulsione, ogni desiderio, ogni sentimento si deforma dando vita ad immagini di disperato dolore.
Benvenuti nelle destabilizzanti visioni morbose che nascono dal terrore del sangue e dal martirio della carne.
Benvenuti in questa città che è in ogni luogo e in nessuno; radicata nel lato oscuro dell’anima di ciascuno di noi.
Sperduti nella nebbia…e soli.
Benvenuti a Silent Hill.
giovedì 7 giugno 2007
Il fumetto sexy italiano
Il fumetto sexy italiano ha avuto il suo periodo d'oro negli anni settanta e ottanta. La sua evoluzione è stata rapida, da fumetto "con le donnine nude" e scene di sesso con ombre adeguate a sostituire le classiche foglie di fico, alla rappresentazione esplicita senza nessuna forma di censura. O meglio, quasi senza nessuna forma di censura; anche se più che di censura si tratta di una scelta di forma. Il Comics Code, creato in America nel 1954, proibiva qualsiasi riferimento al sesso e alla nudità, così i personaggi maschili che sfoggiavano un torace nudo ( impensabile un seno nudo femminile ) venivano privati dei capezzoli, evidentemente considerati pruriginosamente osceni dai censori. Bizzarro è vedere come questo modo di rappresentare il torace maschile, adottato anche in Italia, sopravviva poi anche nel fumetto sexy. Laddove i capezzoli fanno bella mostra di se sugli abbondanti seni femminili, il tabù dei genitali è crollato e anche il corpo maschile viene disegnato nella sua interezza, persiste l'assenza dei capezzoli sul torace dei soggetti maschili.
Molti sono i titoli che appartengono al fumetto sexy: testate che presentano generi ben precisi o dedicate ad un personaggio, e su queste ebbero i natali molti autori italiani. Un genere che ha raccontato una parte di storia del fumetto, anche se snobbato per ovvie ragioni: la raffigurazione del sesso. L'editore di punta di questo genere era
Considerata la mia avversione a questo genere di censura bacchettona, mi riprometto di tornare a parlare in seguito di questo genere di fumetti, analizzandoli nello specifico.
lunedì 4 giugno 2007
Se tu dovessi arrivare d'autunno
caccerei l'estate
come la massaia caccia la mosca,
con un piccolo sorriso e una smorfia di sdegno.
Se potessi rivederti fra un anno,
dei mesi farei tanti gomitoli
che riporrei in cassetti diversi,
per paura che i numeri si rifondano.
Fosse l'attesa soltanto di secoli,
li conterei sulla mano,
sottraendo fin quando le dita mi cadessero
dentro la terra di Van Diemen.
Se fossi certa che oltre questa vita,
la mia e la tua saranno,
la butterei lontana, come una buccia, la mia
e sceglierei l'eternità.
Ma ora, incerta del tempo che intercorre
a separarci,
come un pungolo la sento, un'ape folletto,
di cui non sai quando pungerà.
Emily Dickinson
(1862)
venerdì 1 giugno 2007
Elvira mistress of the dark
Elvira (interpretata da Cassandra Peterson), viene convocata nella placida cittadina di Fallwell per ricevere l’eredità della sua prozia Morgana.Ottima soluzione ,dopo il licenziamento dal network dove lavorava, per avere il denaro sufficiente a finanziare il sogno della sua vita (uno show tutto suo a Las Vegas). Purtroppo per lei l’eredità consiste in una casa fatiscente, un barboncino e uno strano libro di ricette. Così Elvira si ritrova senza un soldo e bloccata nella ridente e conservatrice cittadina di Fallwell, scatenando l'ira dei bigotti abitanti del posto che congiurano per mandarla via. A complicare ulteriormente la situazione è il tenebroso prozio Vincent Talbot, molto interessato ad impossessarsi del libro di ricette ereditato da Elvira, essendo una fonte di grande potere magico e che gli consentirebbe l'ascesa come Signore delle Tenebre.Uno dei pochi lungometraggi cinematografici diretti da James Signorelli, regista del Saturday night live, "Elvira mistress of the dark",venne distribuito nei cinema italiani ed in vhs con il titolo "Una strega chiamata Elvira".Con le sue atmosfere e situazioni squisitamente camp, il carisma e la simpatia della protagonista e gli omaggi ai vecchi b-movies, il film si è guadagnato nel tempo un nutrito seguito di fan e lo status di cult movie.